VENERDI’ 12 FEBBRAIO 2016 ORE 18,30

 

ISABELLA SPATAFORA

 

Inaugura la sua terza mostra ad APRITI CIELO!

 

SOVC 1 – SOVC 2

PERCEZIONE DI UN MONDO TRA TURBOLENZE E CAOS

 

l’inaugurazione e la chiusura della mostra, saranno  accompagnate  da musica swing acustica dal vivo, eseguita da componenti del gruppo G-FIVE

 

Due trittici (150×300 ciascuno), dipinti fantasma progettati per dare primato al disegno sottostante. Curve, pensando a mondi separati ma intrecciati tra di loro. Colori diversi tra curva e curva per accentuarne lo scontro, ma non cupi. Colorazioni fantasy sognando la soluzione.
Il 2015 è stato l’anno della tecnologia basata sulla luce ma anche l’anno del crescente caos mondiale. Isabella Spatafora ha interrotto nel 2014/15 la ricerca sugli SPRAZZI DI LUCE NELLO SPAZIO-TEMPO, iniziando con i due trittici un percorso caotico pieno di problemi e soluzioni.

 

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LA MOSTRA RIMANE VISITABILE FINO AL 24 FEBBRAIO 2016

Apertura (citofonare) dalle 18,30 alle 20,00

martedì, mercoledì, venerdì, sabato

(altri orari su appuntamento telefonando al 3498682453).

ISABELLA SPATAFORA nasce in Sicilia nel trentacinque del secolo scorso, a Caltagirone. Ricorda ancora l’immagine della maestra Mineo di prima elementare, moglie di un pittore che, accortasi delle sue capacità artistiche, a soli cinque anni la manda nelle altre classi della scuola a disegnare vari soggetti alla lavagna. Nello stesso anno, in privato, col maestro Sasso comincia a imparare a suonare il violino.
Verso i quindici anni, consapevole che la propria strada è l’Arte Figurativa, ritiene prioritario dedicarsi interamente alla propria inclinazione e decide così di lasciare la scuola civica di violino.
Sotto la guida dello scultore Gianni Ballarò, insegnante alla Scuola d’Arte per la Ceramica, impara a disegnare e modellare. Mentre frequenta la Scuola per la Ceramica, sostiene esami al Liceo Artistico di Palermo fino alla Maturità, ed è soprannominata “Luca fa presto”, espressione attinente al pittore seicentesco Luca Giordano per la velocità manifestata nell’esecuzione delle sue opere, dall’insegnante di nudo dal vero .
In quegli anni riceve il 2° Premio alla Prima Mostra Regionale Siciliana della Ceramica, e un diploma di merito “Ceramica contemporanea Principato di Monaco” rilasciato da S.A.S. Principe Ranieri III.
Espone anche opere a olio in una personale di pittura in un Circolo della sua città.
Insegna per cinque anni disegno in Sicilia, si sposa e ha una figlia. Si sente poi costretta a lasciare lavoro, famiglia e figlia (che poi riprenderà con sé), intraprendendo l’avventura del viaggio e del lavoro in fabbrica all’estero.
Rientra in Italia nel ’60 e si stabilisce definitivamente a Milano.
Frequenta per un corso di affresco e nudo dal vero alla serale del Castello Sforzesco. Lavora in uno studio di architetti e ingegneri e nel frattempo riprende l’insegnamento in diverse scuole medie dell’hinterland milanese.
Intraprende un percorso personale di pittura.
Con la nascita del Sindacato Artisti con sede al numero tre di via Solferino, partecipa a mostre collettive tra gli iscritti (chiamate accrochage dal critico d’arte Raffaele De Grada) e a mostre personali in Circoli Culturali di periferia. In quel periodo (1965), tiene una personale alla Galleria Pater di Milano presentata dallo stesso De Grada.
Il Sessantotto la vede impegnata attivamente in politica per alcuni anni.

 

Riceviamo per Isabella da Rossella Giannotti

A Te che ti avvii verso un nuovo mattino
con passo elegante, lieve di farfalla,
nivea come lama di luce nella note,
forte come l’acciaio temprato dal fuoco e dal vento
dolce nel sorriso di bimba felice
e attenta nello sguardo felino che scruta l’animo
a Te che con pennellate veloci
riempi le tele e gli occhi dei colori rubati al mondo
il grigio alle nuvole, l’azzurro agli orizzonti lontani,
il verde agli steli, il giallo ai fiori d’estate
il rosso al sole, al sangue
a Te che la saggezza non ha reso greve,
che hai rubato al tempo il suo mistero
in una treccia fanciulla
e porti la bellezza anche nel nome
a Te l’augurio di continuare a donare a che ti è caro
la magia della tua arte.
Rossella e Fabrizio

 

e da MANLIO TRUSCIA

Ricordo la pittrice Isabella Spatafora, negli anni 70, periodo di maggiore frequentazione, passare indenne per quasi tutti i periodi colorati di Picasso, con predilezione per quelli chiari. Anche il metodo era lo stesso, l’esercizio di ripetizione di un soggetto, fino a trovare la sintesi di quella linea “giusta” di quella curva che rappresentasse insieme anatomia e movimento, cioè un senso complessivo nuovo, essenza dell’espressionismo. “Beati questi artisti”, pensavo, “che si divertono tanto” io infatti per campare, insegnavo disegno e (separatamente!) disegnavo fumetti erotici, cercando di non farmi contaminare dalla frequentazione dell’artista, che i miei fruitori volevano le due valenze separate, soprattutto quella anatomica:
La persi di vista per molto tempo e fu forte la sorpresa, attorno agli anni 80, nel vederla gettare via una gran quantità di vecchie tele e disegni. “Fino alla bara sempre s’impara” mi disse e intanto si accingeva a nuovi percorsi.
A questo punto mi scuso per il salto un po’ brusco, perché la ritrovo più di recente (anni 2000) proiettata, similmente ai tanti espressionisti nel primo dopoguerra, verso un nuovo oggettivismo. Il suo studio non era più lo stesso, traboccava di accademia, di tecnica, una festa dell’equilibrio, dello stile, quasi un neoclassicismo, ritratti, nature morte, composizioni. Bene, pensai, vediamo se anche da qui ne esce indenne. E infatti qualcosa accadde, la realtà fisica e fenomenologica ne provoca la mano operosa. Preferisco non raccontare il finale, anzi i finali perché è ancora in evoluzione, e rischio di rovinarvi il piacere della scoperta.