Martedì 9 febbraio ore 18,30
invito alla lettura del libro

Maria Zambrano e il sogno del divino femminile
di Giuliana Savelli

(Iacobelli editore 2014)

 www.mondadoristore.it

 

Introdurrà Ada Servida, ne parleranno l’autrice G. Savelli

 con
Grazia Biraghi, Giovanni Marconi e Irene Candelieri che hanno partecipato al libro con un contributo personale nell’ultimo capitolo.
Il libro è una sintesi del pensiero della filosofa per quanto riguarda la sua visione dell’uomo e del suo destino.Si apre con i sogni, la vita nel corpo addormentato, e si chiude con il risveglio della coscienza nella luce dell’Aurora. Un aspetto originale del testo è il lavoro delle connessioni fra psiche, corpo e pensiero. Il testo ripercorre la via messa in atto da  Zambrano per arrivare a una nuova forma di pensiero: espressione di un divino femminile, creativo e
partoriente, sempre vergine come le antiche dee.
Grazia Biraghi psicologa/psicoterapeuta, ha lavorato per molti anni in ambito psichiatrico a Milano, attualmente svolge la libera professione psicoterapeutica continuando a partecipare a gruppi di ricerca.
Irene Candelieri, laureata in filosofia e psicologia a Trieste, si sta specializzando in psicoterapia analitica junghiana. Uno dei suoi percorsi di ricerca è la relazione fra esseri umani e animali.
Giovanni Marconi, architetto, scultore veronese, è da sempre interessato alla formazione del linguaggio figurativo e simbolico.
Giuliana Savelli, insegnante di lettere in pensione, vive attualmente a Verona dove si è laureata in filosofia. Questo è il suo primo libro.
Ada Servida sociologa, insegnante di yoga presso la Fondazione Cecchini Pace.

 

Maria Zambrano: profilo biografico

 

Maria ZambranoMaria Zambrano (Vèlez Malaga 1904 – Madrid nel 1991) è ritenuta oggi, soprattutto in Spagna e in Italia, una delle voci più originali e profonde tra i filosofi e le filosofe del novecento. Il suo pensiero è segnato dall’impegno (anche se non nei partiti politici del tempo) profuso nella giovinezza per il rinnovamento della Spagna. L’essersi schierata col Fronte Popolare durante la Guerra Civile Spagnola la condannerà, dopo il crollo della Repubblica nel 1939, a un lungo esilio durato 45 anni; a una vita errabonda, economicamente precaria, dedicata alla scrittura e all’approfondimento della sua filosofia. Testimone degli orrori e degli alti ideali del suo secolo, si dedica a una riforma del pensare filosofico, a una riforma della ragione che la integri al sentire.
Cresciuta in un ambiente culturale privilegiato, entrambi i genitori, sono insegnanti, riconoscerà al padre, Blas José Zambrano – pedagogista, intellettuale di grande levatura, con il poeta Antonio Machado fonderà a Segovia l’Università Popolare – un ruolo di maestro. Allieva di Ortega Y Gasset, si laurea in filosofia a Madrid (da poco le donne hanno accesso all’università), dove poi insegnerà filosofia all’Instituto escuela e all’università come assistente alla Cattedra di Metafisica.
Gli anni madrileni (1924 – 1936), descritti in Delirio e Destino (Cortina 2000), sono anni pieni di entusiasmo, di intensa attività culturale e civile. Maria scrive sulle riviste più vivaci del tempo, pubblica il suo primo libro, Orizzonte del liberalismo (Selene 2001). Inizia la sua ricerca filosofica con due piccoli, originali saggi: “Perché si scrive (1933)”, “Verso un sapere dell’anima (1934)” (Verso il sapere dell’anima, Cortina 1996). Dopo la formazione della Repubblica nel 1930 svolge anche nelle campagne, con le Misiones Pedagógicas, la sua attività militante di educatrice e conferenziera.
Nel ’36 con il marito, che aveva avuto un incarico presso l’Ambasciata spagnola del Cile, lascia la Spagna, per ritornarvi l’anno successivo, pur sapendo che la guerra “era perduta”. Lavora per il Fronte nella redazione della rivista Hora de España, di cui scriverà l’ultimo editoriale, e come consigliera nazionale de La Infancia Evacuada. Nel ’39 l’esilio.
Dal ‘39 al ‘53 vivrà tra Cuba, Messico, Portorico (insegna all’università, scrive, tiene conferenze). Dal ‘53 al ‘64 a Roma, assieme alla sorella Aracoeli. Stringe amicizia con Elena Croce, Elémire Zolla, Cristina Campo. Collabora a varie riviste a giornali. Negli anni romani esce L’uomo e il divino, pubblicato in Mexico nel 1955, in Italia c/o Edizioni lavoro 2001. Tiene rapporti con i fuoriusciti spagnoli e questo le procurerà un foglio di via (poi ritirato) che favorisce il suo trasferimento in un paesino della Svizzera francese, La Pièce, dove rimarrà fino al ‘78. Nel ’72 muore Aracoeli. Nel ’80 si trasferirà a Ginevra e solo nell’84 riuscirà a rientrare Madrid.
Seguita e assistita da un gruppo di giovani allievi/e raccolti intorno a lei, pur in precarie condizioni di salute, non interrompe la sua lucida attività di scrittura e di pensiero. La sua opera comincia ad essere conosciuta; dispersa “in varie pubblicazioni americane europee e spagnole (Rosella Prezzo)” comincia ad essere raccolta e riedita. Nel 1987 viene creata a Velez Malaga la Fondazione che porta il suo nome, tra i vari riconoscimenti nel 1988 – prima volta per una donna – riceve dalle mani del re Juan Carlos di Borbone il prestigioso Premio Cervantes.
La sua opera è quasi interamente tradotta in italiano. Presso la casa editrice Marietti sta uscendo il suo vastissimo epistolario. Numerosi i saggi critici.
Tra i libri più conosciuti, oltre a quelli già segnalati, indichiamo: La tomba di Antigone, la Tartaruga 2001, Filosofia e Poesia, Pendragon 1998, L’agonia dell’Europa, Marsilio 1999, Chiari del bosco, Mondadori 2004, I Beati, Feltrinelli 1992, Dell’Aurora, Marietti 2000.