Nello spazio Un villaggio differente di Apriti Cielo Via Sant’Uguzzone 26 Milano
FINO AL 20 NOVEMBRE 2022
LA MOSTRA È VISITABILE OGNI VENERDÌ DALLE 14,00 ALLE 19,00
O SU APPUNTAMENTO TELEFONANDO AL 3408558275
Enea Toldo
l’d be more dirty if I could
dipinti di ENEA TOLDO

I’D BE MORE DIRTY IF I COULD è la prima mostra personale in Italia di Enea Toldo, artista svizzero da qualche anno di base a Milano. La mostra si compone di un ristretto numero di dipinti realizzati nell’ultimo anno, cinque ritratti e una grande natura morta che si estende orizzontalmente come se fosse un paesaggio. Si tratta di lavori che proseguono con coerenza la ricerca dell’artista, approdando però a nuove soluzioni pittoriche. Le tele esposte condividono la medesima palette di colori, la tavolozza è quella dei toni pastello stesi in modo liquido e acquerellato. Verdi, gialli tenui, celesti, rosa, delicati arancioni e lilla compongo quelle che sono le note tonali di questi dipinti. Oltre a questo specifico alfabeto cromatico va ad aggiungersi, come componente strutturale dei dipinti, la modalità in cui viene realizzata la superficie. La tela di iuta grezza si presta ad essere supporto di uno speciale procedimento di imprimitura, che rende queste superfici simili alle pareti intonacate, restituendo all’oggetto quadro una plasticità estremamente materica e scultorea. L’imprimitura della tela è di fatto un intonaco di terra cruda con argilla, sabbia e paglia. Questa antica tecnica – di origine giapponese, utilizzata per intonacare le stanze dove si svolge la cerimonia del the – è stata appresa dall’artista diversi anni fa durante la costruzione di una stufa. Quello che ha subito affascinato l’artista di questa tecnica è la sua semplicità, il suo aspetto povero e la sua applicazione nelle tecniche di costruzione che rispondono a precise riflessioni ecologiste. La pratica di Enea Toldo si pone infatti all’interno di un engagement culturale che riflette su quelle istanze collettive oggi estremamente urgenti e attuali, come appunto la questione ambientalista e ecologica. Ma non solo, nella sua pratica si aggiunge la convinzione che il fare pittura possa rappresentare un momento relazionale, o ancora, l’idea che il lavoro dell’artista possa apprendere da diversi ambiti, nel caso di Enea Toldo si tratta della pratica della permacultura, che gli suggerisce quelle che sono le potenzialità nello sperimentare le diverse funzioni e vantaggi di una medesima esperienza condivisa con l’altro. Questo è ad esempio il caso dei ritratti presenti in mostra: Flavia, Giovanni, Sara, Francesco e Marta realizzati in una sorta di collaborazione con il modello raffigurato. Infatti durante le ore di posa, i cinque modelli sono stati invitati dall’artista a scoprire le potenzialità dell’esperienza di posa, approfittare di questo momento per vivere un tempo meditativo, introspettivo e dilatato. Ognuno dei cinque modelli ha risposto in un modo personale alla chiamata dell’artista, infatti è possibile cogliere in ognuno dei soggetti ritratti diverse attitudini alla posa e alla meditazione. Flavia e Marta sono come assorte, il loro sguardo va oltre l’orizzonte, sembra quasi perso e assente. Francesco è il soggetto che pare più concentrato in una riflessione personale, l’inclinatura del corpo a tre quarti, il voltò e lo sguardo che vanno verso il basso, restituiscono atteggiamento più pensieroso. Giovanni invece ha accolto l’invito dell’artista assumendo un comportamento più sciolto e meno rigido, riusciamo in parte a percepire il movimento delle sue labbra intente a raccontare la propria storia. Sara è invece il ritratto che meglio esprime l’idea di meditazione, tra tutti è il soggetto che trasmette più serenità grazie ai tratti del viso distesi, agli occhi chiusi, e alle gambe incrociate nella posizione tipica della meditazione. Le braccia invece sono aperte e proseguono oltre lo spazio ristretto del telaio. Anche la dimensione e la forma del telaio, introflesso a forma di clessidra è pensato per seguire le linee naturali dei corpi ritratti, che appaiono, fatta eccezione di Sara, come compressi e costretti. Germoglia in questi dipinti una delicata aurea cromatica, ottenuta da colori liquescenti. L’artista utilizza il colore ad olio come se fosse un acquerello. Le tinte smorzate e opaline avvolgono i soggetti dentro un alone di sospesa spazialità. Enea Toldo desidera dipingere con il colore uno spazio emotivo, attraverso anche l’utilizzo di una prospettiva non naturalistica che conferisce ai sui soggetti – che pur appaiono presenti nella loro unicità di persone – l’appartenenza ad una realtà non unicamente fisica. Si tratta di ritratti che non degenerano mai nella riproduzione della realtà corporea ed esterna, ma sono rappresentazioni di soggetti trasfigurati nella ricerca reciproca di una verità spirituale. L’artista ha guardato sicuramente Sutherland, così com’è chiaro il riferimento alla ritrattistica di Giacometti, non a caso è stata la lettura delle memorie di Paola Caròla in Monsieur Giacometti, vorrei ordinare il mio busto, ad ispirare questo ciclo: « Ho letto “Monsieur Giacometti, vorrei ordinare il mio busto” di Paola Caròla che racconta la sua esperienza di posa per Giacometti. I lunghi pomeriggi (o erano mattine) diventano per lei una momento per se stessa, forse di meditazione. Mi è piaciuta l’idea della posa come un momento positivo e utile per entrambi: l’artista e la modella. Così ho chiesto a cinque giovani, quattro di questi li conoscevo a malapena, se gli andava di posare in una situazione simile a quella di Caròla, in un momento in cui dimenticassero quasi il fatto di posare e approfittassero di vivere del tempo per loro stessi, ascoltando musica meditativa quelle due ore, ripetute per cinque sedute per ciascun modello sono diventati dei momenti per guardarsi entrambi dentro». Quasi a voler ripercorrere visivamente tutti i generi della pittura, dopo la ritrattistica, Enea Toldo include nella selezione di opere in mostra il grande dipinto Fruits, plastic, fire, una natura morta paesaggio che si estende in orizzontale per più di tre metri di lunghezza. Il dipinto realizzato durante l’estate 2022 prosegue la ricerca intorno ai temi più cari dell’artista ovvero quelli legati a una sensibilità ambientalista atta a voler contrastare gli esiti apocalittici dell’Antropocene. L’artista ci mostra una sorta di tavola imbandita, ma in contrapposizione con la tradizione che vuole queste tavole apparecchiate con esuberanza e sfarzo, colme di leccornie, qui ci troviamo di fronte agli scarti alimentari dei mercati rionali di Milano. Si tratta a torto di rifiuti, infatti questi ortaggi e questa frutta non sono ancora marcescenti, sono semplicemente poco gradevoli allo sguardo dei consumatori contemporanei, che rifiutano nelle loro tavole alimenti ritenuti difettosi. L’artista recupera questi “scarti” e decide di dipingerli consegnandogli un nuova vita. Adagiati su sottili sacchetti di plastica, questi colorati oggetti assistono inermi al rogo che sovrasta il loro cielo. Anche se le fiamme viste da questa prospettiva possono assumere un significato di distruzione, mi auguro che l’artista abbia scelto questo elemento, il fuoco, per il suo significato esoterico, ovvero quello di agente vivificatore e purificatore, che in chiave simbolica può rappresentare e quindi suggerirci la necessità di un cambiamento, di una trasformazione esistenziale e spirituale. Testo di Simona Squadrito
Enea Toldo (Locarno, CH, 1988) sviluppa la sua ricerca in ambito pittorico, dipingendo su fondi composti da terra, polveri minerali e fibre vegetali. Tra i soggetti più indagati troviamo il mondo naturale e le dinamiche sociali, rappresentati in scene complesse su grandi tele e studi sulle forme della natura su piccole tavole. Dopo un percorso decennale come graphic designer, incentrato sulla narrazione attraverso l'immagine, la gestione tra armonia e tensione dello spazio e la ricerca di un linguaggio originale attraverso la distorsione, l’artista approda ad una ricerca strettamente pittorica. I suoi lavori di design fanno fanno parte di collezioni pubbliche tra le quali Plakatsammlung des Museums fuer Gestaltung (Zurigo) e sono stati esposti in numerose esposizioni internazionali come The Most Beautiful Swiss Books (Zurigo, Rhode Island, Londra, Parigi, ecc.).Recentemente il suo lavoro pittorico ha fatto parte di esposizioni collettive. Vive e lavora a Milano.