Nella sede di Via Spallanzani 16 – Milano Porta Venezia

MARTEDI’ 17 MAGGIO 2022

ORE 18

INAUGURAZIONE

IL GIARDINO DELL’ARCADIA
Disegni e incisioni di

VERONICA MENGHI

con introduzione di Edoarda De Ponti
dell’Archivio Storico Gardella

LA MOSTRA RESTA APERTA sino al 3 giugno orari: lunedì, venerdì sabato dalle 18,30 alle 20, oppure su appuntamento telefonando al 3498682453

Libro  di 100 esemplari , numerati da 1/100 a 100/100  firmati dall'artista e la presentazione alle opere dell'Architetto Jacopo Gardella e un testo di Veronica Menghi.
Stampato e rilegato da Paolo Nava Studio
Milano, Giugno 2020.

Cartella di incisioni stampata in 10 esemplari da 1 a 10 firmati dall'artista.

Presentazione alle opere dell'Architetto Jacopo Gardella e un testo di Veronica Menghi.
Stampato nello Studio Paolo Nava da Daniele Upiglio.
Milano, Giugno 2020

Nove disegni a matita e una tela realizzati dall'artista.

IL TEMPO E I SOGNI di Veronica Menghi
In questo luogo magico che è il giardino dell’Arcadia frequentato in anni lontani da poeti e pittori, il tempo sembra fermarsi, in realtà siamo noi a decidere.
Nelle opere che rappresento il mio sguardo si sofferma in particolare sul ricamo degli alberi in inverno con le sue ombre, luci e riflessi, in uno stato di attesa e in un contorno metafisico e variabile.
Le grafiche hanno il segno volutamente inciso in profondità, un timbro che contrasta con la leggerezza dei disegni a matita.
La mia interpretazione vuole rendere omaggio ad un luogo segreto dove l’opinione del tempo è sospesa.


LA CASA DELL’ALBERO dI Jacopo Gardella
Succede di solito che una propria opera, il risultato di una fatica, un oggetto prezioso a cui si è affezionati vengano dedicati a una persona cara. Veronica Menghi ha invece voluto dedicare il proprio album di eleganti xilografie al ricordo di una casa.
Una casa in cui Veronica ha passato la propria giovinezza ed in cui i suoi genitori hanno vissuto molti anni; una casa particolare sia perché nata per iniziativa di un gruppo di conoscenti che si sono accordati per sostenere le spese di costruzione, sia perché il padre di Veronica ne ha firmato il progetto insieme a due colleghi ed amici stretti.
La casa a cui Veronica ha dedicato la sua opera grafica, e che in quella opera è illustrata con sottile sensibilità, si trova in Via Marchiondi a Milano, presso la piccola chiesa romanica di San Calimero.
La casa è nota per essere chiamata la “Casa dell’Albero” : ma perché la Casa dell’Albero? Per il fatto che un albero attraversa due balconi sovrapposti e sporgenti sulla facciata principale. Come si spiega questo curioso fenomeno? Lo si spiega conoscendo la grande sensibilità e rispetto per la Natura posseduti dagli autori dell’edificio, cioè gli architetti e i loro committenti. Il terreno su cui sorge la casa, non molto ampio, era arricchito da un grande acero che si elevava presso il confine lungo il lato maggiore. Il tronco inclinato dell’acero invadeva lo spazio che sarebbe stato occupato dal volume della casa in costruzione: che fare? Per non tagliare il tronco, uccidere l’albero e sradicarlo, si è proceduto nel senso opposto: si sono conservati i balconi, si è perforata la loro sporgenza, e si è salvato l’albero. Il rispetto per la Natura ha prevalso sulla brutale pratica costruttiva: la maggiore complicazione e il più elevato costo strutturale imposto dai fori aperti nelle solette dei due balconi non hanno spaventato chi era determinato a salvare una presenza di verde e a tenerla a diretto contatto con il nuovo edificio. Magnifico e ammirevole esempio di sensibilità ecologica compiuto mezzo secolo prima che il problema della protezione dell’ambiente venisse alla ribalta e fosse segnalato dalla giovane e coraggiosa Greta Thunberg.
Nelle xilografie di Veronica vi sono alcune vedute dell’albero che perfora e attraversa il balcone: l’artista ha messo in evidenza l’aspetto familiare e confidenziale che assume il tronco quando lo si vede affiancato da un tavolino da tè e da due poltroncine da giardino.
Le sue incisioni sono diventate un documento prezioso di storia della casa: oggi l’albero non esiste più, è morto di vecchiaia; ma persiste la sua memoria nelle immagini incise da cui traspare l’amore di chi lo aveva visto vivo e vegeto durante gli anni della propria infanzia.
Fortunatamente esistono ancora molti altri alberi che popolano il giardino esteso davanti al fronte principale della casa. Su di loro si è soffermata l’attenzione affettuosa di Veronica che ha saputo tradurre in delicate immagini il folto fogliame e il fitto intrecciarsi di rami. Raffigurati o durante la fioritura primaverile oppure più spesso nella spoglia veste invernale, gli alberi del giardino hanno catturato e affascinato l’attenzione dell’artista fornendo lo spunto per le sue incantevoli e sottili incisioni.
Numerose e affascinanti sono le vedute invernali con i rami coperti da una striscia di neve, come una signora si ornerebbe il collo con un filo di perle.
In queste ultime incisioni vediamo la grazia leggera delle ramificazioni e delle foglie che arricchiscono l’antistante giardino, ma compare contemporaneamente una robusta interpretazione della città con immagini che ricordano le vedute urbane del pittore Sironi.
Infatti le viste che si hanno dai balconi della “Casa dell’Albero” non si esauriscono con le pittoresche vedute sul giardino ma abbracciano altri punti di vista, forse meno poetici ma altrettanto attraenti. Ecco una grande scultura che raffigura un Ercole troneggiante nel centro del giardino; vi sono vedute dei pochi antichi tetti risparmiati dalle violente demolizioni attuate dalla speculazione edilizia e sopravvissuti alla successiva comparsa di ingombranti condomini, e del vicino Tribunale con la sua torre innalzata in massiccio stile piacentiniano.
Veronica Menghi ha saputo riversare nel paesaggio che circonda la casa della sua infanzia tutta la accorata nostalgia dei tempi passati e trasmettere a noi osservatori delle sue opere l’intensità e la malinconia dei suoi ricordi.