VENERDI 17 NOVEMBRE 2017
ORE 18,30
CINEMA TEATRO RONDINELLA
READING LA STANZA DELLA POESIA
ZINA BORGINI
Dialogo d’amore
Tieni eretta la testa Principessa
non far cadere
la corona di fiori
che reggi sul capo.
Come posso?
Voglio offrire
una rosa candida
a quella sposa
che ha perso il compagno.
La getto nel mare
Come posso?
Devo donare un mazzetto
di odorosi ciclamini
a quei bimbi
che non sanno trovare pace
tra le macerie delle case
Come posso?
Devo privarmi
di tutti i petali rosso-sangue
per le donne che cadono
per mano
di maschi tracotanti
Come posso?
Devo lasciare
le tenere foglie e gli sterpi
serviranno agli uccelli
che disorientati del tempo di migrare
avranno urgenza di riparo
Principessa!
Il tuo spoglio capo allora
si nutra
delle lacrime universali
fiumi del mondo,
per rifiorire con gioia
di nastri lucenti.
Revolution
I fratelli non si riconoscono più
così come le sorelle
Il pane e le rose
si sono sporcate di sangue
La vita reale è follia
ma i social la rendono magia
Missili silenziosi e furtivi
bucano le pagine dei giornali
Tempeste, tifoni e terremoti
rumoreggiano e fanno morti
Teresa Batista era già
stanca di guerra
Sally non ha più voglia
di farla
Io sono confusa,
spezzata barchetta
ma non credo che mi rimetterò
a fare la calzetta.
Esatto amore 1
E se l’esattezza dell’amore
dimorasse nelle più semplici cose?
Basterebbe che il carnefice
osservasse il loro farsi
a rendere inutile il male.
Esatto amore 2
Nella mia bilancia
ci sono piume e pietre
a volte scaglio l’une
a volte l’altre
quelle che richiede
la necessità dell’amore.
GIULIA GRIGOLETTO
Revolution
Uniti come bambini al gioco dei grandi
sedotti dal bagliore della luna, noi due
dai padri orchi scappammo come pure
dai cordoni di madri seppellite vive
noi coronati di fiori e buone intenzioni
a sbandierare il nostro domani
con il sorriso nel cuore e le labbra arse
da un cannone di troppo sulle note
di canti d’amore e di pace
Quante speranze naufragate nell’incoerenza
e nel volere del figlio fattosi padre senza
il proprio mare senza partorirsi uomo
come gli fosse proibito da qualche demone
attingere a sé senza il capezzolo “suo” di lei.
——-
Quanta illusione in quel prendersi per mano
in quel volare di viscere in subbuglio, ignari
di venire uccisi dalla mancata differenza
e dallo scavo richiesto per dissodarla
che avrebbe dato a ciascuno la propria parte.
——–
Non vogliamo non vogliamo più
eventi infausti di noi prede
sospinte alla deriva.
Parlate della nostra forza!
che viscera l’oceano
della tenacia delle nostre braccia
delle mani al timore che incassano
acqua e non demordono la presa
fin giù negli abissi del nord
Dal quotidiano estraiamo
rabbia e vendetta di cui
non vogliamo essere esca
solo – prenderci cura –
è l’atto di noi sorelle
anche di quelle perdute.
MARINA MARIANI
E’ esatto il ghiaccio
lo è il respiro
E’ esatto il coltello:
coglie il gesto
Esatta è la morte
pietra angolare di ospitalità
non delira come dolore
– sbucciato- aspro
quando cede rancore
simile a pietra.
MARIA LUISA PARAZZINI
Amnesia
All’atto del ricominciare
naviga verso di me delicata amnesia,
color dimenticare chi tu sei.
Fisso il nuovo sfondo dello schermo,
velluto color del cielo più profondo,
quasi senza paura
di star soli.
Rivoluzione A
Appoggiata a un pensiero forse antico
forse con me invecchiato.
richiamo con voce precisa il cuore
perduto nella valle della biancapaura.
Appesa a un soprapiensiero
improvviso come il buio d’autunno
ritrovo il momento dell’attesa
che avevo da molto perduto.
Tiepido e calmo stava
nella banalità del fuoripiove.
La mente finalmente vaga, vaga
come scia di barca leggera, le vele di sottile carta,
come dolce animale che sonnecchia.
Rivoluzione privata B
Sono arrivate le mani
a dare il cambio agli occhi,
nel baricentro del disequilibrio.
Più d’uno gli orizzonti
più balaustre da cui sbilanciarsi al mondo.
La messa a fuoco richiede sguardo doppio
che proceda calmo
mentre l’anima salta dagli occhi alle mani,
dalle mani agli occhi,
dal pensiero confuso all’inconcluso.
A volte anche la voce si ritira.
Alla finestra mi accompagna e dice: guarda,
e non devi neanche ricordare,
e nemmeno dire la parola, sei comunque.
MARINA PRANDELLI
Confina
Le orme … i passaggi.
Migrano, gettando il cielo in rovesci
e l’autunno non smette l’ardore – i trifogli, le rose.
Si piegano
le ore, in un lento affondare precipita
il giorno, pitture
nere su carta i colori … e
anneghiamo
Paesaggio
Le ore faticate trascinano,
il bisogno non conosce indulgenze.
Non patisce remissione la notte.
Solchi profondi ti segnano
la carne una smorfia che mai ti lascia
gli occhi liberi
lo sguardo sempre alle spalle,
la città rasa al suolo, elettrica i nervi scoperti
una fila interminabile – spingono per entrare
sistema concentrazionario aperto impossibile evadere
la prossimità imbarazza
… e poi le case si deprezzano …
le vostre case hanno fame – masse scure.
Un cielo obliquo attende …
Nelle viscere ferrose fiumi
carsici scorrono, silenziosi
attendono
il mare.
Bitume
Spenta la lama affilata
dei ricordi – bitume
ricopre la terra.
PATRIZIA PULEIO
…rompere tutto
rompere il vetro
e il suo riflesso
rompere il ricordo
dell’immagine
rompere i fatti
sbriciolarli in frammenti
aguzzi
ferirsi le dita
per salvare il resto
rompere…
II.
Poi magari succede quel miracolo banale
che chiamano innamoramento.
Succede che si parte, si va a vivere altrove, si torna.
I mobili da comprare, il mutuo da estinguere.
Succede che si cambia,
succede che si muore.
L’amico su cui contavi, la madre che ti accoglieva,
il compagno di vita, il tuo cane, l’amica d’infanzia.
Succede la vita.
III.
Senza centro.
Né certezze. Forse
la condizione ideale.
Nascono desideri inusuali.
Come avere una casa a cui tornare.
Una casa che sappia di pietra antica,
e d’orto, e parli con voci d’animali
da accudire.
Che abbia un confine di monti
a stringere i cieli della sera.
Ricordo la valle che si sveglia,
il nascere di luci,
rare auto sulla strada.
Non siamo eterni, sai.
No?
Stupore e paura
di scoprirsi mortali.
E un briciolo di curiosità,
unico avanzo di vita.
Ricordo il latte, sul tavolo.
Il pane.
SERAFINA TARANTINI
Alfine
lasciami
riposare
il capo
su seno di madre
tienimi
fra le mani
fino a quando
cadrò
nel sonno
…
———–
Così nacque il tempo
il sole
affiora lento
dal mare
nasce il giorno
e muore
al tramonto
nel mare
———
Amore
parola
nascosta
nelle pieghe
del cuore
cavallo imbizzarrito
che scalpita
in aridi deserti
ed al fine
scivola
tra sabbie dorate
VALERIA ZAGAMI
La perfezione dell’amore
La perfezione dell’amore
non fa rumore
non ha suoni sgargianti
o vesti eccitanti
non tocca la carne
con mani faziose
nè preme il ventre
con lame dolenti
è un abbraccio
a volte mai dato
a volte sperato
un gesto consueto
che dura una vita
per chi l’ha incontrato
Isola
Isola sono diventata
nel mare dell’attesa
si resta in silenzio
affinché accada
il rumore del mare
è il movimento
che solo adagio
riconosco
Fato
Affondo le mani nel fato
rimesto i pensieri
ma il sonno non si desta
sinistro è il cuore
Foglie
Come foglie disossate
danziamo nell’aria,
briciole disfatte,
senza occhi
cadiamo
senza mutare
l’esodo
del nostro tempo
Il tempo delle allodole
Il tempo delle allodole era il mio
lodi cantavano le rose
melodie i tulipani
echi nostalgici di antiche dimore
perse nel fato
del destino di Amore
lenti i fianchi
lenti i movimenti delle mani
lenti i respiri
fino a domani