MERCOLEDI’ 11 OTTOBRE ORE 18,30
FRANZ HAAS
su invito di Serafina Tarantini
presenta il suo libro
Anna Maria Ortese
Possibilmente il più innocente Lettere a Franz Haas (1990-98)
a cura di Franz Haas e Francesco Rognoni Ed. Sedizioni marzo 2016
Introduzione del Prof. Francesco Rognoni
Il Prof. Franz Haas parlerà del carteggio intercorso con la scrttrice
e delle sue opere.
Lettura dell’attrice Francesca Contini di alcune lettere della scrittrice e di brani da ” Il porto di Toledo “
proiezione di foto del suo spettacolo “Studio per una scomparsa” di progetto A.M.O.
Il libro
Ho sempre in mente questa inesausta decisione umana, di danneggiarsi e distruggere un altro – possibilmente
il più innocente. Ci si domanda perché. Il perché, è solo nel ribollire incontenibile del nulla. Il nulla di verità, intendo.
Si domanderà qualche volta perché io sono felice della Sua amicizia, fin quando ci sarà. Perché Le auguro di realizzare le cose che desidera e che renderanno più ricca e felice la Sua vita. Forse non lo so. Goethe ha scritto una volta qualcosa del genere: «mi sembra quasi sempre di non amare l’umanità. Ma poi, qualcuno suona alla mia porta, e subito il cuore diviene allegro». Molto umano, vero?
Se le lettere scambiate nel primo anno coprono quasi due terzi del carteggio, non è certo perché la confidenza poi s’allenti o venga meno. È che in quei mesi tantissime cose vengono dette: l’Ortese percorre e ripercorre – per quell’interlocutore così discreto, pieno d’ammirazione, sì, ma capace, quando è il caso, delle «giuste note angolose» (15 settembre) – le città di pioggia e vento e le minuscole case, gli ‘interni’ sempre o troppo freddi o troppo caldi, della sua vita e dei suoi libri. Si mette in pari col passato.
Si parla di libri, naturalmente. I libri dell’Ortese («C’è una congruenza totale fra Lei e le Sue opere», le scrive Haas, dopo averla incontrata: che non significa confonderle) e i libri degli altri: lei scopre le poesie e i romanzi della Bachmann e, sorprendentemente, la Cognizione del dolore di Gadda (ma di questo una parola anche più avanti), lui Silvio d’Arzo e le lettere di Keats… Ma è soprattutto per la corrente di calore umano (non che non sgorghi anche dai libri, letti, scritti o ancora da scrivere, naturalmente) che queste lettere son così preziose, un continuo scambio di spontanee delicatezze: l’Ortese chiede il permesso prima di scriver liberamente il nome di Maddalena, la compagna poi moglie di Franz, e gli Haas chiameranno Anna non la loro prima, ma la loro seconda figlia: «(grazie del nome!)», esclamerà l’Ortese – tra parentesi – nel riceverne la fotografia. Quando s’affaccia, il reciproco bisogno di silenzio è avvertito infallibilmente, e sempre rispettato. (dalla introduzione di Francesco Rognoni)
Franz Haas (Diesendorf, 1955)
– che suonò alla porta di Anna Maria Ortese nella primavera del 1990 – insegna Letteratura Tedesca all’Università degli Studi di Milano e collabora alla «Neue Zürcher Zeitung».
http://www.unimi.it/chiedove/cv/franz_haas.pdf?1451228611594