SERIE DI CONVERSAZIONI

a cura di Laura MODINI
14° incontro

Mercoledì  27 MAGGIO 2015  –  ore  20

DA HOLLYWOOD al CUORE DELL’EUROPA:

ANGIOLINA JOLIE

UNA DONNA, UNA ATTRICE E REGISTA che ha saputo essere sè stessa, con i suoi sogni e desideri. Una DONNA che ha deciso di decidere di sè, del suo corpo, della sua vita, ovviamente avendone anche tutte le possibilità economiche.

Come molte attrici è stata usata dal sistema mass mediatico perchè la sua immagine fa scalpore. E’ vero! Ma lei è stata capace di distanziarsi da questo uso, ha e persegue in autonomia il suo percorso sociale e intellettuale con scelte singolari, ma anche di impatto politico.

Ha imposto un nuovo modo di gestire il proprio corpo e aggredire il tumore. Discutibile per alcune alcuni, eccezionale per altri e altre. Ovviamente generando un dibattito che forse aiuta a porre il problema in senso più ampio.

Ha imposto a Londra nel 2014 una risoluzione che mette un punto fermo SUGLI STUPRI ETNICI di cui ancora oggi, 2015, il mondo patriarcale  SI MACCHIA alla grande.
La guerra che ha imperversato nel 1994 in Europa, a poche centinaia di chilometri da Milano, una guerra fratricida, la guerra di Bosnia. E che ha ancora una volta evidenziato la gestione maschile del potere come metodo, funesto, violento, mortifero per tutte e tutti.
Una guerra che ha praticato con vigliacca vanagloria lo stupro etnico e la violenza senza pari sulle donne e i bambini.
Angelina Jolie dopo essere stata varie volte nei territori dilaniati e distrutti dalla ferocia dell’odio, ha sentito la necessità di una riflessione, ha scritto una sceneggiatura e ha realizzato il suo primo film da regista:

NELLA TERRA DEL SANGUE E DEL MIELE – 2011Nella_terra_del_sangue_e_del_miele_Zana_Marjanovic_foto_dal_film_3_mid

Intervenendo al summit mondiale nel 2014 a Londra su FINE DELLA VIOLENZA SESSUALE NEI CONFLITTI ha dichiarato: “Dobbiamo mandare un messaggio al mondo: non c’è disonore nell’essere un sopravvissuto a violenza sessuale, la vergogna è dell’aggressore. Dobbiamo distruggere quella cultura dell’impunità“.

Di questo parleremo e se ne avremo desiderio, discuteremo!