Martedì 16 febbraio 2016 ore 18,30
Maddalena Capalbi e Paolo Barbieri
illustrano il progetto del Laboratorio di Poesia che si tiene presso la II Casa di Reclusione di Bollate con un breve intervento. Diceva qualcuno che la poesia non cambierà il mondo. Forse non è proprio cosi: aiuta a cambiare le persone e di riflesso cambia anche il mondo.
Saranno presenti alcuni ospiti del carcere che parleranno della loro esperienza personale e leggeranno le poesie tratte dall’antologia poetica
‘Il silenzio delle nostre storie’
Dibattito con il pubblico
Maddalena Capalbi
Nata a Roma, vive a Milano dal 1973.
Ha partecipato a numerosi concorsi tra i quali quelli organizzati da Arpanet nel 2003 e nel 2004 con pubblicazione sulle antologie ‘Meccano’, con nota di Elisabetta Sgarbi, e ‘Kermesse’ con nota di Aldo Nove.
Una sua poesia, nel 2005, è stata inserita nell’antologia ‘Pace e libertà – la battaglia delle idee’ (La Comune) con intervento di Alberto Granado, un’altra nella raccolta ‘Ti bacio in bocca’ e nei diari poetici 2007 e 2009 ‘Il segreto delle fragole’ (LietoColle). Altri testi sono stati inseriti nell’antologia ‘L’Eco del vento’ Ed. Pagine.
Un racconto in prosa è stato pubblicato nella raccolta ‘Carte Segrete’ (ed. Besa). Nel 2009 alcune poesie sono state inserite nell’agenda ‘Fotofanie’ Ed. Antony (Trieste).
La sua opera prima è stata ‘Fluttuazioni’ (LietoColle – 2005) e alcuni testi sono stati tradotti in lingua slovena da Jolka Milic. È seguita ‘Olio’ (LietoColle – 2007), nel 2008 ‘Sapevo’ (Ed. Pulcinoelefante) con pastello di Nevia Gregorovich e ‘Il giardino di carta’ stampato dal laboratorio grafico ‘Fil de Fer’ Freedom Coop.
Nel 2009 ha pubblicato ‘Arivojo tutto’ ( LietoColle) poesie in dialetto romanesco ed alcuni testi sono stati inseriti nell’antologia ‘Prova d’orchestra ’ curata da Guido Oldani.
Nel 2011 ha pubblicato ‘Nessuno sa quando il lupo sbrana’ ( La Vita Felice), la raccolta si è classificata al terzo posto, sezione poesia edita, nel concorso Guido Gozzano 2013.
Nel 2015 la pubblicazione di “Testa rasata” (ed. Moretti & Vitali).
Segnalata premio “Ponte di Legno 2015” e premio “Montano 2015“.
Il testo Imploratio è stato musicato dal Maestro Luigi Donorà. Ha collaborato con Giuliano Turone responsabile del sito Dante Poliglotta, traducendo in dialetto romanesco alcune terzine tratte dal I e V canto dell’Inferno.
È redattrice della rivista culturale Qui libri (La Vita Felice).
Dal 2005 coordina il laboratorio di scrittura creativa presso la II Casa di Reclusione di Bollate curandone ogni anno le antologie poetiche, per cui ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro del 2015.
Paolo Barbieri
giornalista professionista, ha iniziato a scrivere per il quotidiano Bresciaoggi alla fine degli anni ’70 per poi passare all’Agenzia Ansa, redazione di Milano, dove ha seguito avvenimenti nazionali e internazionali sia di cronaca che di politica. Appassionato di filosofia, nel 2010 ha fondato la rivista QuiLibri.In passato ha collaborato con Corrado Augias nella trasmissione di Raitre Telefono giallo e per la casa editrice Editori Riuniti ha pubblicato La strage dai capelli bianchi.
QUESTO E’ UN PEZZO ESTRATTO dalla Prefazione del sindaco di Milano Giuliano Pisapia all’antologia ‘Sono i miei occhi’ del 2012
…Ad Anna Maria, a Maddalena e ai detenuti di Bollate. Grazie per il lavoro che avete fatto.Grazie peraver avuto il coraggio di tirare fuori l’anima. Grazie per avere colpito la nostra, di anima. Conosco Maddalena Capalbi da tanto tempo: ho fatto l’avvocato per molti anni e lei per molti anni è stata l’assistente di un pubblico ministero alla Procura della Repubblica di Milano.
Ma non sapevo che amasse la poesia, che lei stessa scrivesse poesie, né che – da quando ha lasciato gli uffici giudiziari – fosse diventata con una germanista eccelsa come Annamaria Carpi, l’animatrice di un cenacolo speciale. Da cinque anni, insieme, hanno portato là dentro,in un pezzo di mondo chiuso, dove si vive da prigionieri, la libertà della poesia.
Ogni sabato mattina una trentina di persone – uomini e donne di ogni paese – si riuniscono in una grande sala e leggono, insieme, i versi che altri hanno scritto e poi anche quelli che sono loro a scrivere in prima persona. L’aspetto più straordinario è che le poesie di Katia, Lara, Vincenzo, e di tutti gli altri che trovate in queste pagine, parlano di amore, non di disperazione. Di tenerezza per la figlia lontana, di struggimento per un bacio mai ricevuto.
È incredibile come anche persone che conoscono poco la lingua italiana, perché tra gli autori ci sono numerosi stranieri, riescano a esprimere i loro sentimenti, le loro paure, le loro angosce, i loro desideri. Con parole semplici, magari non perfette, che proprio per questo sono un miracolo. «La poesia – sono le parole di Maddalena – ha fatto incontrare l’italiano, il magrebino, l’africano… e sono tutti uguali perché sognano tutti allo stesso modo».
Questa esperienza, anche al di là del libro che ne è il risultato tangibile, è molto importante anche dal punto di vista sociale. La nostra Costituzione lo dice in modo cristallino: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Nei miei anni da avvocato e poi da parlamentare con l’incarico di presidente della Commissione Giustizia, poi del Comitato carceri, infine da presidente della commissione che ha elaborato l’ultimo progetto – era il 2006! – di riforma del codice penale, mi sono battuto con forza perché quell’articolo 27 della Costituzione non restasse soltanto un’enunciazione teorica. Per il reinserimento dei detenuti e, quindi, anche per il bene della società.
L’esperienza della Casa di reclusione di Bollate realizza i progetti che abbiamo elaborato nella commissione per la riforma del codice e che però, drammaticamente, sono rimasti chiusi nei cassetti del ministero. Oggi, da sindaco di Milano, ho solo una piccola consolazione: che proprio qui, nel nostro territorio, sia aperta la strada a un carcere capace di guardare oltre le sbarre.
Giuliano Pisapia