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“Djuna Barnes: vita e teatro” 

a cura di Donne di Parola

con la Compagnia teatrale Gilda.
 (durata 50′)

VENERDI’ 14 NOVEMBRE ALLE ORE 18,30  presso Associazione Apriti Cielo via Spallanzani 16 – Milano

MERCOLEDI’ 19 NOVEMBRE ALLE ORE 18,30 presso Spazio Lambrate Viale delle Rimembranze 16 – Milan

-Reading  della biografia di Djuna Barnes con la proiezione di 100 foto d’archivio (a cura di Carla Cella e Donatella Massara)  Attilia Cozzaglio, Maurizia Ferrari, Donatella Massara, Laura Modini, Cristina Salardi di Donne di Parola

 -Cristina Salardi e Francesca Piccone presentano la poesia di Djuna Barnes “Six songs of Khalidine, to the memory of Mary Pyne”
tradotta in italiano da Francesca Piccone

 -Short play del 1917 di Djuna Barnes “Maggie dei santi”regia di Ombretta De Biase con Donatella Massara e Laura Modini della Compagnia teatrale Gilda.

Maggie dei santi & Djuna Barnes, è composto dalla messa in scena del testo teatrale e dalla lettura di stralci dalla biografia di Djuna Barnes, da una poesia e dalla proiezione di immagini. In questa occasione presenteremo la prima parte dello spettacolo relativa al testo teatrale.

Sinossi di Maggie dei santi.

Maggie e Marie le due protagoniste, sono una figlia di 60 anni e una madre di 90 anni. Un profondo, tagliente, misterioso conflitto mette a confronto le due donne. Mentre Maggie pulisce la chiesa di cui è la custode Marie la madre interloquisce con la sua visione del mondo, inevitabilmente superata ma che non deroga mai dal controllo sulla figlia, colei che, per tutta la vita, le rimarrà legata, subalterna, e che continua a essere la proiezione indiscussa della sua potenza. Così in un corpo a corpo assolutamente non consueto nella storia dei testi teatrali, Maggie rivela il suo personaggio di sfruttata, di donna che ha perso ogni illusione ma che non smette però di reagire sognando. L’autrice che ama sentenziare, ci porta nel mezzo dello scontro, verso la paura di Maggie che teme e, allo stesso tempo non può che subire, la morte come l’ineluttabile perdita della vecchia madre. Perdita della madre che è anche perdita di sè lungo un arco di tempo che è sempre breve rispetto ai grandi cambiamenti. Il finale misterioso, mostra la grandezza dei due personaggi abbracciati sotto l’influsso di una nuova illusione prospettica che rimette in gioco il simbolico femminile, passato attraverso un conflitto che mette allo scoperto la potenza arcaica di un rapporto, quello fra madre-figlia, che, affrontato nel pensiero, nell’arte, nella letteratura femminista, rimane, in altri ambiti, spesso fra i non detti, i momenti naturalistici, non inscenabili, della storia soggettiva di ognuna e ognuno di noi.