Raccogliamo qui alcune poesie delle poete e dei poeti ospitati ad Apriti Cielo!
MARIA LUCA
Ancestrali emozioni
Antiche memorie
custodite dal tempo
e remote passioni
emergono in sogno.
Ancestrali emozioni
nel cantare dell’anima
sulle note armoniose
del danzare della vita.
Poetico istante
sussurra seduce
accarezza la mente
che traduce pensieri.
Con intenso fervore
ritornelli improvvisi
si levano in coro
librano nell’immenso.
Il pulsare del cuore
menestrello cantore
ritmando racconta
rapsodie d’autore.
(Affi 22 ottobre 2011)
DARIO PERICOLOSI
LA POESIA VA IN UN VERSO
La poesia non si distrae mai
va in un verso o nell’altro
ma è sempre vigile su di me
non mi lascia mai solo
segue i miei passi poi passa
a guardare l’espressione del viso
quasi mi accarezza dolce quieta gaia
sì sì lei è sempre lì davanti agli occhi
va in un verso non si perde in parole
io l’ascolto quando parla canta sussurra
la sua natura la porta a entrare nel cuore
chiede scusa ma vuole il battito forte
la lascio fare guida la mia mano
lei ha in mente di andare in un verso
e non c’è verso di fermarla
io sto con lei in ogni viaggio
vedi il suo blog: Calcio alla poesia
PINO CANTA
Man mano che il treno si avvicina a te, Chiara T.
man mano che il treno si avvicina a te a Peschiera
sudo sempre di più perché
ad aspettare troppo per incontrarti ancora
mi emoziono e il cuore mi sta schiattando
solo dedicandoti una poesia scrivendola mi calmo
e mi addormento improvvisamente per sognarti
mentre porti il caffè a tua madre e a tuo padre
che in queste settimane hanno sofferto tanto
per un tempo così lungo che sembrava non finisse mai
ed ora che si è risolto tutto improvvisamente
come in un miracolo impensabile fino a ieri
riuscito con l’acqua santa
di questo lago davvero grande
e più profondo di un oceano sconfinato
dove ci sono persino le balene che cantano
come fossero angeli del signore
LORENA GRIGOLETTO
“Lotta con l’angelo”
Ciottoli d’ossa alla rinfusa.
Dell’asino la schiena sfondata.
Una valle di fantocci.
Del soldato decadente
gli assoli randagi.
La lotta allucinata.
La smorfia amara.
“Oniricum”
Chiamami.
Chi sei?
Chia ma mi.
Mi senti?
Solo eco declinato, distorto. Masticato
in una vibrazione germinale.
E sguscia dall’ombra come dalla luce velenosa del fondo.
Sto come un punto vuoto, spettro dalle gambe lunghe.
Mi senti?
Eccomi… Un passo trasparente e poi un altro
e un altro. Dentro la carne, roboante.
Eppure, se la piega buia si smembra in voce,
allora pensiero d’origine. Contrazione alchemica.
Balliamo?
Solo oltre te.
No, oltre te.
Allora l’uno nell’altro.
Ballo sul riverbero blu notte.
Sul fraseggio incantato.
“Differenza”
I
E quanto pianto
per questo sussulto
che è Parola mancata
verbo di rame che ci sospende
sul tetto del Mondo
a guardarci dal voi.
II
E quanto canto
per questo sussulto
che è Parola mancata
verbo di rame che ci sorprende
sul tetto del Mondo
a guardarci dal voi.
ALESSIA FABRIZI